Una breve premessa prima di vedere le regole seo per il copywriting
Regole SEO per un buon copywriting … Dopo qualche anno mi son deciso a riprendere in mano questo argomento e a svilupparne i concetti. Due anni in cui ho sperimentato qualche risultato e accumulato più esperienza e casi. Quindi, senza stravolgere i contenuti della precedente stesura della mia collega, andiamo a chiarire alcuni concetti ed ad ampliarli.
Se vuoi cimentarti nella scrittura per il web devi essere consapevole che l’ingrediente imprescindibile per guadagnarti una certa considerazione dai motori di ricerca – uno su tutti Google – ed ottenere un buon posizionamento organico nelle SERP è quello di ottimizzare il testo secondo alcune regole auree della SEO.
Mi preme chiarire che seguire queste regole non è garanzia di posizionamento di una pagina od un articolo su determinate serp in prima pagina!! Tanti fattori influiscono sul posizionamento:
- l’ottimizzazione del codice e del server
- i fattori sociali
- i link
- la storia e il trust
e altro ancora..
In conclusione seguire le seguenti regole seo per il testo è importante?? Si è condizione necessaria, ma non sufficiente perché l’evento desiderato (il posizionamento della pagina) si verifichi.
Google in fondo è solo un algoritmo che analizza un testo e decide in relazione a quello che scrivi e come lo scrivi su che parole posizionarti..
Naturalmente anche la SEO si sta evolvendo, così come qualsiasi altra branca del meraviglioso mondo del web (e non solo…), ma comunque, ad oggi, possiamo definire dei punti relativamente fermi.
Fatte queste dovute premesse andiamo a vedere come farci capire da Google .. oltre che dagli umani..
SEO le 12 + 1 regole .. sono aumentate..
1. Investire in un servizio professionale di copywriting ed affidarsi all’esperienza ed alla competenza di un copywriter di professione che fa della scrittura per il SEO il suo pane quotidiano.
E’ questa una provocazione? 🙂
In un certo senso lo è perché è ovvio che per ottenere validi risultati la strada più semplice ed efficace è quella di rivolgersi direttamente a chi fa della scrittura ottimizzata lato SEO la sua professione.
Tuttavia se non hai sufficienti risorse da investire e soprattutto hai moooooooolto ma mooooooooolto tempo a disposizione niente vieta a che tu possa cimentarti a scrivere gli articoli per il tuo blog o i contenuti per il tuo sito di tua propria mano.
E per fare questo ti potrebbero essere utili le seguenti regole base che ti propongo ai fini della SEO e quindi per fare felice Google (e te…).
2. Scegliere la parola-chiave per cui desideri posizionare il tuo articolo.
Ad esempio supponiamo che tu voglia scrivere a proposito di come “uccidere un web marketer”: il primo passo da compiere è verificare, attraverso Google Keyword Planner qual è la media delle ricerche mensili per la parola-chiave scelta, ad esempio “web marketer”.
Puoi anche dare un’occhiata ad altre idee per le parole-chiave suggerite dallo strumento e verificare se ce ne fosse qualcuna, magari con bassa concorrenza, che potrebbe meritare il tuo interesse. Non ti dimenticare di Google Trend.
Ricordati di ampliare il campo semantico nel tuo articolo e sviluppa topic latenti. Google non ti posizionerà solo su un concetto base, la tua keyword principale, ma su più chiavi di ricerca.
Scegli una keyword principale che starà al vertice della tua immaginaria piramide delle parole chiave, ma poi sviluppa più concetti, il testo risulterà anche più bello per l’umano che lo legge 🙂 ..
3. Cura il meta tag title … Evita, ti prego, di scrivere meta title lunghi come l’Iliade..
Tra i 55 e i 60 caratteri. Anche questo deve contenere la keyword principale e deve essere semanticamente coerente con il tag H1. Se lo fai più lungo di 60 caratteri che succede.. Niente Google te lo tronca e in serp compariranno quei magnifici … … Più lungo non serve a niente.
4. Attenzione al meta tag description
La description non è importante per il posizionamento, ma è fondamentale per l’umano, quindi abbi pietà ed evita di mettere interminabili file di keyword inutili. Google potrebbe utilizzarla per metterla in serp (la serp è la pagina dei risultati della ricerca di una determinata keyword) sotto il tuo titolo e l’url.
Importante che non sia più lunga di 156 caratteri. Più lunga è inutile te la tronca e ti mette di nuovo i … … Pensala per il tuo lettore, serve a convincerlo a entrare nell’articolo. Ovviamente deve essere coerente con quello che troverà.. Non puoi dirgli vieni qua, troverai tanti bei giochini.. e poi trova un noiosissimo articolo su come scrivere per il web 🙂 .. L’utente non soddisfatto si sentirà ingannato ed uscirà subito aumentando la frequenza di rimbalzo.
5. Il campo meta keyword…
Si esiste ancora qualcuno che lo valorizza.. non serve a niente!! Lascialo vuoto..
6. Inserire la parola-chiave scelta nel titolo dell’articolo con tag H1.
Possibilmente dovrebbe essere ubicata in prima posizione o nelle prime posizioni del titolo. Questo benedetto H1 mettilo!! Tanti siti non hanno il tag H1 nelle loro pagine. E’ il titolo principale, fai in modo che Google capisca quale è il tuo argomento principale.. Mi raccomando di H1 ce ne deve essere solo 1!! Attezione lato codice un sacco di template fanno errori e generano H1 multipli, non visibili all’umano, ma da Google si. Ne ho trovati molti, così Google pensa, ma guarda questo bel sito ha come topic principale “lorem ipsum”..
7. Creare un sottotitolo (anche due titoli, ma no ottomila) con tag H2 contenente la parola-chiave o un concetto semanticamente legato a quello principale.
Il titolo H2 non deve essere uguale al titolo H1, ma semanticamente coerente si. Se poi ci rinfili la keyword principale va bene, ma non farlo uguale.
8. La parola-chiave appare nel primo paragrafo del testo? Sarebbe bene che vi apparisse… 😀
9. Inserire nell’articolo almeno qualche link in uscita pertinente, ovvero in linea con gli stessi argomenti di cui tratta il tuo articolo. Può essere anche al tuo stesso sito o siti a a tema inerente. Spesso inserisco ormai l’attributo nofollow. Dipende 😉 .
10. Inserire nell’articolo almeno un’immagine coerente con il contenuto, l’immagine dovrebbe avere un titolo e sopratutto un testo alternativo. Il testo alternativo deve descrivere il contenuto dell’immagine, ma se riesci a infilarci un contenuto coerente con la tua keyword principale è ottimo. Comunque valorizzalo.
Il nome del file immagine, meglio se lo fai tipo key-word-principale.jpg .. Evita di caricare il file col nome automatico attribuito dalla fotocamera DSCN0003.jpg. A meno che tu non voglia posizionarti su DSCN0003 .. 😉 . Il file non deve essere con risoluzione 300 DPI!! Gli schermi, anche più evoluti, hanno una risoluzione massina di 96 DPI. Quindi salva massimo con risoluzione di 72 DPI. Anche le dimensioni in pixel del file sono importanti, dipende da dove lo metti, ma i formati di dimensioni più comuni sono 800×600 pixel o 1024×768. Il formato 5000×4000 pixel è assolutamente inutile, tranne che non pensiate che il vostro utente medio visualizzi il sito su uno schermo di 50 pollici … In conclusione risparmia byte.
11. L’articolo dovrebbe contenere un minimo 300 parole, nel conteggiarle però attenzione alle stop-words e soprattutto alla percentuale di ricorrenza della parola-chiave nel testo, che deve essere compresa tra un minimo dello 0,4% e un massimo del 2,5%; la percentuale ottimale è superiore al 1%. Ricordati però che stai scrivendo per umani e non per Google, quindi va bene anche un 0,8% purché quello che scrivi abbia senso e generi valore ed utilità per chi legge. 🙂 .. Ovviamente più il testo è lungo più avrai modo di utilizzare varianti semantiche del termine di riferimento allargando il campo semantico dell’articolo..
12. Concludi con una call-to-action: per esempio puoi chiedere ai lettori di condividere il tuo articolo sui social media se l’hanno trovato interessante oppure di commentarlo.
12+1. Verifica i risultati. Come si è posizionato l’articolo? Viene condiviso? Personalmente utilizzo tool a pagamento professionali per verificare come funziona una singola pagina, ma esistono anche tool carini e free come Word Tree che ti permettono di capire velocemente come viene interpretato il tuo testo da un algoritmo. Provalo è divertente e ti aiuterà a capire se hai centrato il topic. Ecco qua l’albero delle parole chiave dell’articolo che stai leggendo..
Fammi sapere come va con questi semplici suggerimenti SEO e se hai altre “regole auree” da proporre ad integrazione di questo post sono naturalmente ben accette! Condividile nello spazio commenti qua sotto.
Ti chiederai, ma questa roba funziona?? Non so forse, se però hai trovato questo articolo mettendo la keyword “regole seo” o simili su Google la risposta dovrebbe arrivarti da sola.. 🙂
Ah dimenticavo… se davvero vuoi “uccidere un web marketer” puoi leggere qualcosa di interessante sull’argomento… 😀
marina dice
Ciao Gabriele
avrei una domanda: la mia agenzia sostiene che ai fini SEO è meglio inserire il testo nella parte alta della pagina. Io però non credo che la posizione di un testo influenzi la SEO ma piuttosto è la qualità dei contenuti che può fare la differenza.
Mi dai la tua opinione in merito?
Grazie
Giuseppe dice
Grazie mille per le dritte! Non lo conoscevo tutte, grazie ancora
Paolo dice
Ottimo articolo Gabriele!
Ma una cosa non mi è chiara riguardo gli H1, H2 ecc..
Cosa sono? Cioè se scrivo un articolo il titolo si chiama H1? E i paragrafi H2? Oppure li devo scrivere nel codice html e in quel contesto si chiamano H1, ecc?
E se non li metto nel codice e scrivo però l’articolo con il titolo con all’interno la parola chiave, il paragrafo idem come spieghi tu, è un articolo ottimizzato lo stesso? E non si chiamano più in questo caso H1, H2 ecc?
Spero di essermi spiegato, grazie mille!!!
Paolo
Gabriele Hoffer dice
Grazie Paolo per aver inserito il tuo commento!!
Gli H1, H2, H3 .. fino all’H6 sono i Tag con cui vengono indicati i titoli nel linguaggio di markup HTML e appunto li scrivi nel codice.
Quando scrivi in HTML per indicare un titolo usi un tag Heading (H sta per Heading). Nel tag heading il numero indica la gerarchia del titolo che va da 1 a 6, per approfondire sui tag headings. Convenzionalmente il titolo principale è il titolo H1, il secondario il titolo H2 e così via… Se non li metti nel codice, ma usi un editor come quello di WordPress per esempio, di fatto comunque li stai mettendo solo che non li visualizzi. Il Titolo 1 nell’editor di WordPress corrisponde al H1, il Titolo 2 al H2 e così via. Il paragrafo è invece indicato dal tag P. Spero di averti risposto 🙂 a presto e grazie ancora.
Paolo dice
Tutto chiarissimo e grazie per la risposta!
Un ultimo dubbio…quindi se scrivo su un’altra piattaforma, esempio Blogger, che non li mette in automatico nel codice, e io NON vado ad inserirli nel codice a mano, ma nell’articolo metto un titolo, paragrafi, ecc., con all’interno delle parole chiave, l’articolo sarà lo stesso ottimizzato SEO?
Grazie ancora!!
Gabriele Hoffer dice
Se blogger non ha un menù per la formattazione del testo tipo WordPress ovviamente devi inserirli a mano. Verifica comunque sempre lato codice se sono presenti o meno.
Filippo dice
Ciao Gabriele e grazie per il tuo utilissimo e simpatico post, ben ottimizzato naturalmente :-D! Esprimo un paio di dubbi e suggerimenti (forse ingenui, è da non molto che mi sono avvicinato alla scrittura seo). Sarebbe utile anche, ai fini del posizionamento, suddividere l’articolo in almeno due paragrafi, ciascuno con un suo titoletto? In questo caso, i titoletti che tag dovrebbero avere? Dovrebbero ripetere la parola chiave (sempre non eccedendo nel suo utilizzo)?
In merito al sottotitolo, naturalmente deve essere diverso dal titolo anche se legato semanticamente (e meglio se contenente la parola chiave). Non ho però ben capito a questo proposito la questione tag: se nel titolo il tag H1 coincide con la parola chiave, il tag H2 (sottotitolo) può essere ancora la parola chiave o meglio che sia qualcosa di legato semanticamente?
Grazie mille!
Filippo
Gabriele Hoffer dice
Ciao Filippo.. grazie mille del tuo contributo prima di tutto.
Come sempre premettendo che non esistono regole certe, io cerco di inserire la keyword principale in almeno uno degli H2. Però ricorda sempre la regola principale, scriviamo prima di tutto per gli umani!! 🙂
Dividere il testo in più paragrafi e sezioni ha la fondamentale e primaria funzione di rendere più leggibile il testo all’utente umano. I titoli h2 devono servire a identificare immediatamente il contenuto della sezione del testo. Quindi, se pertinente, inserisci la keyword in almeno un h2, ma se la cosa non risulta naturale privilegia il legame semantico.
Per altro mi sto rendendo sempre più conto che queste iper ottimizzazioni, se fini a se stesse, non portano i risultati sperati. In conclusione scrivi naturalmente, aiuta l’utente ad avere una lettura semplice con una giusta divisione in paragrafi e sezioni, usa i titoli h2, h3 ecc.. per far capire di cosa parla la sotto sezione. Se ce la fai inserisci la keyword principale in un h2.
Per l’utente non umano, controlla con word tree o simili come viene interpretato il testo da un algoritmo, ma tieni presente che se piace agli umani sicuramente avrà successo, se piace solo a Google no.. 😉
Spero di aver risposto alla tua domanda.. A presto
Andrew Next dice
Avevo scritto un commento… ma il timeout del captcha mi ha cancellato.
Per quanto utile sia questo articolo ci sono due aspetti delle regole SEO da non sottovalutare: scrivere è una forma di arte. Ingabbiarla entro regole precise significa limitare le possibilità espressive, già limitate dalle regole di sintassi e grammatica. Occorre meditare bene se, al momento della stesura, si decide di seguire le regole SEO e allora è meglio evitare di essere troppo creativi (si ottiene comunque un testo “piatto e poco interessante”) e ottenere una pagina ad alta indicizzazione, oppure sciogliere le briglie della fantasia e godersi il risultato… che verrà apprezzato da pochi. Probabilmente la soluzione sta nel mezzo: pagine ingegnerizzate secondo le regole SEO che puntano a pagine dal contenuto creativo e difficilmente interpretabile.
Voler incasellare una pagina “artistica” come un racconto, un estratto di un libro o altro materiale creativo entro queste regole, ho potuto sperimentare nel corso di un anno di prove, ha effetti deleteri sul risultato… e sull’autostima. Nel caso di una pagina ingegnerizzata abbiamo un discreto numero di visitatori, nel secondo no. Ma il “creativo” che rispetta le regole si sente come Michelangelo che ha scolpito il David rispettando i canoni artistici dell’epoca: gli è uscito fuori alto la metà, bello e dannatamente uguale a cento altre statue di illustri contemporanei. L’autostima va a farsi benedire… e per un creativo è male.
La soluzione potrebbe risiedere nel mezzo: pagine con contenuti “SEO compliant” che puntano a pagine creative… così anche un testo innovativo come Zang tumb tumb di Marinetti potrebbe finire in cima ad una query su google, bing… ecc…
Gabriele Hoffer dice
Andrew grazie prima di tutto del contributo. Concordo con te che la creatività e la libertà nello scrivere sia prioritaria. I contenuti testuali, soprattutto se di valore, non possono sottostare a regole predefinite. Tali regole vanno prese al massimo come linee guida e non come dogmi assoluti.